Descrizione prodotto
Ne La stanza di Khet l’autrice dà conto di una delle sue molteplici vite, quella che ha coinciso con la lunga esperienza di psicoterapeuta presso un consultorio familiare. Interlocutrice di donne, uomini, coppie, con il loro diverso carico di aspettative intorno al grande tema della maternità, le storie qui condivise incarnano la sintesi, in fieri o compiuta, di teoria e prassi. La psicoterapia svolge – coerentemente con i presupposti teorici posti da Tanda – una funzione maieutica nel racconto delle biografie individuali e familiari, dove si annidano speranze disattese, lutti rimossi, sofferenze non sufficientemente elaborate, facendo emergere conflitti spesso non riconosciuti e permettendo ai protagonisti stessi di sciogliere i nodi del proprio vissuto, compiendo scelte consapevoli.
Il libro salda, con la voce di Khet, il principio originario dell’autobiografia dell’autrice al suo percorso professionale, che preluderà agli attuali sviluppi dei suoi studi e delle sue competenze. Un’identica sensibilità chiude il cerchio che dalla cultura archetipica della sua terra d’origine, la Sardegna, e attraverso l’approccio psicoterapeutico che rimanda a figure come Bion e Hillman giunge all’unità di natura e spirito della sapienza orientale.
Tonina Michela Tanda Bianchi, dopo gli studi magistrali compiuti a Nuoro, si trasferisce a Roma, dove frequenta la facoltà di Psicologia presso la Sapienza di Roma. Si laurea a 22 anni e, seguendo le sue passioni di studio e ricerca, arriva ad Arezzo, attratta dalla pratica e dalla ricerca sulla follia. L’adesione al gruppo dell’Antipsichiatria e all’esperienza di liberazione dei matti dal manicomio segna per sempre il suo percorso professionale, accompagnato dalla formazione psicoanalitica e antropologica e in continuità con le varie discipline legate alla salute della persona e alle varie declinazioni della cura. Lavora 42 anni come psicoterapeuta nel Servizio Sanitario Pubblico e partecipa alla fondazione di servizi innovativi nella salute mentale, nei consultori, nelle tossicodipendenze, con ruoli di responsabilità. È stata formatrice in varie scuole private e universitarie, oltre che in diverse occasioni di divulgazione delle pratiche antiistituzionali, a livello europeo (Francia, Germania e Italia), a cui ha partecipato anche come relatrice. È autrice di articoli su pubblicazioni scientifiche. In pensione dal 2020, dichiara senso di completezza esistenziale per tanta esperienza; ma, per soddisfare il «magnifico bisogno di sorprendersi sempre con passione e meraviglie», dedica la maggior parte del suo tempo alla catalogazione delle opere d’arte ereditate dal marito, grafico e incisore, Marcello Oltrana Bianchi. Oggi affianca questa esperienza agli studi sulle religioni orientali, sul buddismo e sullo sciamanesimo. Iscritta dal 2021 alla Imaginal Academy con sede in Svizzera, ne segue i percorsi formativi, dopo aver conseguito anche i diplomi di maestra di yoga sciamanico e giapponese.