Al nostro posto

Scritti politici da «La Rivoluzione Liberale»

Il segreto di tanta parte del successo di Mussolini è nella sua intuizione della teatralità italiana. Dalle cronache di Napoli: «Poco dopo gli squilli sono ripetuti e questa è la volta buona. Mussolini indossa la camicia nera e reca sulle maniche i distintivi del grado, simili a quelli di generale d’esercito. Egli attraversa il palcoscenico fra uno scroscio di applausi e si avanza alla ribalta». Mussolini capisce che a Napoli Pulcinella non deve essere un anacronismo.

Piero Gobetti


Il pensiero politico di Piero Gobetti

L‘appello alla responsabilità e all’autonomia degli italiani, la lucida passione di un intellettuale intransigente, la testimonianza del giovane antifascista che vedeva nel mussolinismo, all’inizio del Novecento, lo specchio di un abito cortigiano e la vera autobiografia della Nazione.

Una chiave di lettura, quella di Piero Gobetti, che aiuta a comprendere le derive dell’Italia contemporanea.

Piero Gobetti (Torino 1901 – Parigi 1926), uomo politico e scrittore, fondatore del periodico «Energie nuove» e del settimanale «Rivoluzione liberale», fu precoce e acuto ispiratore dell’antifascismo di matrice liberale e radicale, interpretando il regime fascista come ‘rivelazione’ dei mali storici dell’Italia. Giovanissimo fondò (1918) e diresse (fino al 1920) «Energie nuove», e fu critico teatrale e letterario di «Ordine nuovo»; nel febbraio del 1922 fondò il «Rivoluzione liberale», nel cui programma confluirono i risultati delle sue ricerche storiche e i suoi propositi d’azione politica, e la cui pubblicazione cessò nell’ottobre 1925. Egli giudicava fallito il Risorgimento in quanto, realizzato per demiurgia di capi, non si era inserito, con una riforma spirituale e con un rinnovamento di vita, nelle coscienze; era pertanto necessario che le élites intellettuali e proletarie sollecitassero, contro ogni concezione paternalistica e riformistica, delle energie vive, proseguendo la missione risorgimentale. Vide perciò nel fascismo l’incarnazione di tutte le insufficienze della nazione italiana e lo combatté nelle sue radici, con un’intransigenza che gli costò vessazioni morali e aggressioni fisiche, in seguito alle quali andò esule in Francia, dove morì dopo pochi giorni. Per la sensibilità moderna e rivoluzionaria con cui impostò il problema di conciliare l’ascesa socialista delle masse con una prassi liberale, per la tensione morale e religiosa che lo sottende, per il suo sforzo di anticipare una coscienza e una cultura nuova, il suo pensiero ha influenzato tutte le correnti giovani e vive della politica italiana e in particolare il movimento di «Giustizia e libertà». La tensione morale della sua opera storiografica rappresenta il più vigoroso superamento dell’agiografia risorgimentale. Si ricorda la sua rivista «Il Baretti», che fu pubblicata dal 23 dicembre 1924 al 12 dicembre 1928 e la cui direzione fu assunta, dopo la sua morte, da P. Zanetti. Fra i suoi scritti: La filosofia politica di Vittorio Alfieri (1923); La frusta teatrale (1923); La rivoluzione liberale (1924); Risorgimento senza eroi (postumo, 1926); Paradosso dello spirito russo (postumo, 1926).

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Egli vedeva nel mondo operaio, allora agitato dalle convulsioni del dopo guerra, formarsi i germi di una società nuova, a cui i teorizzatori del tempo davano il nome di comunistica o socialistica, ma che in realtà era tutt’altra cosa. Non si può dire che Gobetti si fosse fermato neppure sul sindacalismo come su una dottri- na atta ad andare in fondo a ciò che accadeva. Al di sopra ed al di là dei nomi, egli vedeva le forze nuove, vergini, capaci di creazioni sociali diverse dalle attuali.

Luigi Einaudi

I curatori

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Paolo Costa (1962), imprenditore e manager con un passato da giornalista, docente di Comunicazione digitale e multime- diale all’Università di Pavia, si occupa di nuove tecnologie dell’informazione da quindici anni. Nel 2012 ha contribuito a lanciare la comunità di twitteratura, un nuovo modo di leggere e divulgare la letteratura attraverso Twitter.

È autore di La notizia smarrita. Modelli di giornalismo in trasformazione e cultura digitale (Giappichelli, Torino 2010) e L’avventura e l’impresa (con Alex Bellini e Riccardo Donadon, Marsilio, Venezia 2013).
Andrea Riscassi, (1967), giornalista Rai, docente di Teorie e tecniche della comunicazione radio-televisiva all’Università degli studi di Milano, nel 2008 è stato insignito della medaglia d’oro della Provincia di Milano e del premio giornalistico Mario Borsa. Ha contribuito a fondare l’associazione Annaviva.

È autore di Bandiera arancione la trionferà (Melampo, Milano 2007), Anna è viva, (Sonda, Casale Monferrato 2009) e Anticorpi alla videocrazia (Cavallotti University Press, Milano 2013). Ha scritto anche un testo teatrale (Elsa K.) e uno cinematografico (Uno più uno meno).

Dati volume

Autore: Piero Gobetti

Titolo: Al nostro posto

Sottotitolo: Scritti politici da «La Rivoluzione Liberale»

Curatori: Paolo Costa, Andrea Riscassi

Contributi: Luigi Einaudi

ISBN: 9788897426370

Collana: Stringhe

Pagine: 250

euro 16,50