Descrizione prodotto
Un’autobiografia antiretorica delle proprie radici, quella che Fabio Roggiolani tratteggia con istantanee fulminanti e aneddoti, procedendo più per sottrazione che per enfasi. Un viaggio nella memoria che non concede nulla alla nostalgia facile né all’altrettanto facile risentimento, entrambi esorcizzati dalla risata dissacrante. E dalla ruvida natura del dialetto – ruvido come sa esserlo il dialetto della Valdichiana –, adottato per evocare i riti di una quotidianità intensamente simbolica.
È una storia minima, personale, quella dell’autore, che si iscrive però nella storia del Paese e delle sue trasformazioni. È la storia dell’estrema sopravvivenza, tra gli anni Sessanta e Settanta, del rapporto di mezzadria nelle nostre campagne, poco prima che l’onda d’urto di un cambiamento epocale ne decretasse la fine.
È anche la storia dell’emancipazione di un’intera famiglia dalla condizione di contadini asserviti – condizione riscattata da un solido senso di dignità e di cura reciproca – attraverso l’esodo, prima nel vicino paese e infine in città. Un percorso, per ognuno di loro, liberatorio e insieme difficile e ambivalente, segnato dalla fatica e dallo spaesamento alla ricerca di un nuovo ruolo sociale.
La merigge racconta come sia possibile non solo affrancarsi dall’impronta di un immobilismo secolare ma diventare protagonisti della propria storia personale: a fare da bussola, nel processo di maturazione dell’autore, le figure del suo mondo affettivo, familiare e non solo – maestri a vario titolo di una nuova visione dei rapporti – e l’incontro con i valori della solidarietà e dell’impegno civile.